ReAct, da CROSSHUB un aiuto concreto alle imprese.

Si sente tanto parlare di aiuti alle imprese, di agevolazioni, di finanziamenti, di smart working.

Molte di queste iniziative sono lodevoli, anche se spesso risultano di difficile raggiungimento o a volte, del tutto irraggiungibili.

Gli imprenditori in questo momento possono sperimentare situazioni di panico e ansia dettate dal fermo delle attività, oppure dalla necessità di rivedere più o meno profondamente il proprio ciclo produttivo. E spesso, tutte queste decisioni le deve prendere in solitudine, senza le opportune e corrette valutazioni che solo una consulenza specialistica può offrire.

iocisono con RE.ACT❗

E’ l’iniziativa di Cross Hub a sostegno delle #pmi italiane per fronteggiare l’emergenza #Covid19.
Nulla è dovuto dall’imprenditore per questo aiuto concreto.

Il team CROSSHUB ha unito le forze per aiutare gli imprenditori a gestire la crisi e a riorganizzare il proprio business riducendo al minimo gli stress aziendali.

#ReAct si sviluppa su apposite sessioni gratuite online di “review strategica ed organizzativa” durante le quali gli imprenditori hanno la possibilità di confrontarsi con un pool di manager con un ampio mix di competenze specialistiche.

In sintesi è l’opportunità offerta all’imprenditore di analizzare il proprio business per individuare le aree a maggior rischio, le quali necessitano di interventi mirati e risolutivi. Che siano Finanza, Innovazione, Internazionalizzazione o altre necessità, si offre la consulenza diretta, immediata e gratuita per aggirare gli ostacoli e proseguire serenamente il proprio percorso.

⭕Scopri di più

Visita la pagina di RE.ACT e compila il form per richiedere la tua sessione on line gratuita ➡

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Telelavoro, impara l’arte e mettila da parte.

L’allarme per il nuovo Coronavirus ha portato alla ribalta, tra le altre cose,la possibilità di limitare i contatti interpersonali lavorando da casa. Il nostro Paese non è ancora pronto, come mentalità, per questo passo, ma l’occasione è ghiotta per parlarne e approfondire.

Italia, Paese di viaggiatori e illustre menti, si e’ trovato improvvisamente a dover fronteggiare un nuovo nemico rappresentato da un Virus dalle caratteristiche violente e forse pandemiche. Molti parlano del Telelavoro quale alternativa per limitare i contatti e quindi le infezioni, ma ci è noto che le caratteristiche del nostro Popolo non si prestano facilmente a permettere il lavoro da casa. Perché?

Come accade per i costi assicurativi e in molti altri contesti, l’italiano spesso approfitta di situazioni che permettono un’agevolazione, diciamo così, furba. Il tasso di frodi nel settore assicurativo in Italia è tra i più alti in Europa, così le compagnie assicurative sono costrette ad aumentare i costi per recuperare le perdite.

Il Telelavoro impone un altro tasso di fiducia tra il datore di lavoro e il lavoratore. Si rimane a casa e si dovrebbero svolgere i compiti che nel luogo di lavoro spesso viene imposto dal superiore. Va da se che se non vi è un buon rapporto di fiducia, il datore di lavoro avrà sempre il dubbio che non venga garantito lo stesso impegno rispetto al posto di lavoro in ufficio.

Personalmente ritengo che questo sia oramai un luogo comune, ma ascoltando imprenditori e dirigenti, l’idea che sia quasi un mio pensiero personale spesso viene superato dai fatti: non vi è molta fiducia.

Eppure il lavoro da casa per molti ambiti rappresenterebbe una enorme occasione per ridurre inquinamento, traffico e inutili costi. Certo, non tutti i lavori lo permettono, se è necessaria l’opera manuale del dipendente, ovviamente non si può pensare di lasciarlo a casa.

Ma molti altri compiti sono assolutamente compatibili. Pensiamo a tutti i compiti d’ufficio dove è possibile delegare in altro luogo, ma anche servizi di customer care, di consulenza, di redazione di documenti.

Oggi le tecnologie oramai permettono con estrema semplicità di remotizzare il proprio desktop, il proprio interno telefonico, i documenti necessari per svolgere il lavoro, tramite il Cloud tutto ciò oramai è davvero alla portata di tutti.

E allora, cerchiamo di sfruttare l’occasione per il nostro Paese, diamo fiducia ai colleghi e dipendenti e proviamo, vista la situazione, a lasciare a casa quei lavoratori per i quali è possibile delegare i loro compiti e proviamo a verificarne la resa e l’affidabilità.

Gli strumenti esistono, i costi sono limitati se non quasi del tutto assenti. Non abbiamo più scuse.

Il nuovo CoronaVirus impatterà sull’utilizzo e lo sviluppo delle nuove tecnologie?

Di certo il Mondo non passerà indenne dall’ondata di terrore che questo nuovo Virus sta instillando. Ne soffrono (e molto) già l’industria dei viaggi e vacanze ma non ci fermeremo qui, purtroppo.

Oltre alle inevitabili perdite umane che questo virus sta provocando, stiamo assistendo ad un progressivo allargamento delle problematiche indirette: le fabbriche in Cina sono quasi ferme con ritardi negli approvvigionamenti dei componenti da parte dei produttori di apparecchiature di vario tipo.

La diffusione poi di notizie poco rassicuranti e con molta probabilità esagerate quali il rischio di contrarre l’infezione dai prodotti di provenienza cinese (poco importa se già sul territorio europeo da mesi, il terrore non fa sconti) introduce ancora altri elementi a sfavore del commercio e utilizzo di prodotti asiatici.

Tutto ciò potrà portare discapito all’innovazione della quale le nostre aziende hanno davvero molto bisogno? La risposta è scontata, se si insisterà nel terrore verso i prodotti di elettronica ed informatica che oramai al 99% provengono dalla Cina, non si potrà che assistere ad una ancor maggiore diffidenza nei confronti di chi cerca di innovare e portare nuovi modelli di sviluppo in azienda, spesso accompagnandolo con l’introduzione di elementi tecnologici necessari.

Porto un solo esempio su tutti, un’azienda che avrebbe dovuto installare una ventina di interruttori intelligenti per automatizzare alcune funzioni operative in azienda. Questi prodotti ovviamente provengono dalla Cina, ebbene quest’azienda ha deciso di interrompere questa installazione solo per paura che gli oggetti portati presso di loro li potessero infettare. Spiegare che questi prodotti sono in Italia da mesi, non è servito a nulla.

Quindi, si la risposta al quesito iniziale è affermativo. Ma forse solo perché non siamo sufficientemente evoluti per accettare nuova innovazione.

I grandi rischi che si corrono quando si vende con Paypal ed Ebay

Come reagite quando qualcuno vi deruba?

Mi ritrovo spesso a rispondere a chi mi chiede consigli, se è conveniente assumersi i rischi di vendere utilizzando le piattaforme Ebay e Paypal, ma anche Amazon e simili.

La risposta non è semplice e dipende da cosa si vende e quali sono i margini applicabili. Si, perchè la truffa è sempre dietro l’angolo e ora vi spiego ancora una volta il perchè.

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Umberto Rapetto, lo 007 informatico della GdF, lascia dopo rimozione incarico

E’ davvero difficile pensare bene del nostro Paese.

Di certo non è facile stilare un elenco di persone oneste, in gamba ed affidabili, e quando si leggono notizie come queste, lo sgomento prende ancora più spazio nei pensieri.

Rapetto è davvero una persona esperta nel settore del controllo informatico.

Capace, attento, preciso. Ci saranno state, spero, motivazioni serissime dietro la scelta della sua rimozione che ha poi condotto Rapetto alle dimissioni dalla Gdf. Ma questo non aiuta nella comprensione di quanto accaduto.

Mi sento seriamente di inviargli i migliori auguri, sperando di poter trovare una collocazione professionale consona alla sua esperienza e capacità.

Approfondimenti da Repubblica.it: http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/05/29/news/dimissioni_rapetto-36156556/?ref=HREC2-7

 

 

Roma, 29 Maggio, ASSONET-CONFESERCENTI: fiducia a Fulvio Sarzana come Commissario AGCOM

Appoggiamo la candidatura di Fulvio Sarzana quale Commissario AGCOM:

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Presentato il “P.I.L”, un nuovo partito per chi crede nella libertà in Internet.

Roma, 01/04/2010

oggi alle ore 09:00 si è tenuta una conferenza stampa nella hall dell’Hotel Plinius di  Roma, dove alcuni giovani imprenditori del settore informatico hanno presentato un nuovo soggetto politico impegnato nella tutela delle libertà di espressione su Internet: il PIL.

Interessanti alcune cartelle stampa distribuite nell’occasione dove sono raccolte e spiegate le motivazioni per la creazione e l’esistenza stessa di un nuovo partito, laddove di certo forse non se ne sentiva l’esigenza vista la frammentazione dell’attuale scenario politico.

Il fondatore alla domanda ha così dichiarato: “In effetti con l’attuale forma bipolare non sembrerebbe necessario fondare un nuovo partito, ma la trasversalità delle nostre intenzioni ci porta a pensare che non mancheranno adesioni e sostegni.

Come sapete, la libertà di espressione in internet è seriamente minacciata da attacchi giornalieri. Basti pensare a come viene richiamata l’opinione pubblica a fenomeni delittuosi citando Internet quale veicolo, come se fosse possibile colpevolizzare, ad esempio, il servizio telefonico quando avvengono minacce telefoniche.

Insomma, il cammino per sviluppare un senso civico intorno alla Rete è ancora lungo e noi ci proponiamo quali tutori per questo”

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