Connessione internet globale con starlink. il 5G sarà inutile?

A suon di miliardi i vari operatori si sono accaparrati nel tempo le necessarie frequenze, superato ostacoli burocratici e sociali, con avversità di ogni tipo. Ed ora, anche loro vedono a rischio il proprio futuro.

Nel futuro del consumatore digitale si intravedono opportunità avveniristiche: avere a disposizione un unico operatore mondiale, il quale sarà in grado di offrire la totale copertura planetaria farà davvero gola a molti.

E non solo per la connessione in mobilità, anzi. Starlink, progetto derivante dallo sviluppo di SpaceX di Elon Musk, promette davvero di essere in grado di offrire servizi di connettività ad alta banda, addirittura con tempi di latenza (cioè, del tempo di transito dei dati) talmente bassi da poter utilizzare la connessione anche nel gaming online. Si tratta a tutti gli effetti di una rivoluzione. A quale costo?

Andiamo per ordine.

Il primo problema è sicuramente rappresentato dalle Aziende TLC abituate ad oggi ad offrire servizi a determinati costi e con determinate tempistiche.

Tutti noi sappiamo che, almeno in Italia, per poter godere di una connessione internet e stabile, occorrono dai 30 ai 60 giorni di tempo. Il costo fortunatamente è sceso a livelli accettabili, ma per la larga banda occorre aprire un pochino di più il portafoglio.

Starlink invece, potrà offrire connettività planetaria con tempi di attivazione probabilmente istantanei e con costi che si preannunciano rivoluzionari.

Per noi consumatori non possiamo far altro che attendere, un pochino impazienti, questa rivoluzione.

Un po meno felici saranno certamente i gestori TLC che sino ad oggi si sono impegnati a realizzare una rete (cavo, fibra o wireless) dai costi enormi e dalle difficoltà infinite.

Ma si sa, il progresso non fa sconti a nessuno. Come sono andati in cantina le vecchie tecnologie, un giorno probabilmente ricorderemo il termine “ADSL” come un qualcosa di antico, e forse un po nostalgico.

Approfondimento su Starlink

Starlink è un progetto di connessione Internet via satellite sviluppato dal produttore aerospaziale americano SpaceX.

Basato sul dispiegamento di una costellazione di diverse migliaia di satelliti per telecomunicazioni posizionati in un’orbita terrestre bassa, potrà offrire connettività a bassa latenza, ovunque.

Due prototipi sono stati lanciati nel 2018 e il dispiegamento dei satelliti è iniziato nel 2019, con l’entrata in servizio prevista nel 2020.

Per raggiungere i suoi obiettivi commerciali, SpaceX prevede di mantenere nel tempo 12 000 satelliti operativi in orbita bassa. La costellazione iniziale comprenderà “solo” 1600 satelliti nei primi anni per poter affinare le tecnologie prima che vengano lanciati nello spazio la totalità dei satelliti previsti.

La tecnologia

Ogni satellite pesa circa 227 kg, peso contenuto per facilitarne il lancio con più unità possibili. Per regolare la loro posizione sull’orbita, dispongono di propulsori a effetto Hall alimentati al krypton, invece del classico xenon, in quanto il costo del krypton è circa il 90 per cento inferiore.

Il sistema di navigazione garantisce un preciso puntamento. Le antenne sono piatte, sfruttano la sincronizzazione di fase multipolare per direzionare il fronte d’onda verso l’obiettivo desiderato.

La frequenza di downlink (ossia la frequenza alla quale avviene la trasmissione del segnale verso terra) va da 10.7 a 12.7 GHz, mentre le trasmissioni tra di loro dovrebbero avvenire a frequenze più alte.

Tutti i satelliti dispongono della tecnologia in grado di identificare i detriti in orbita, evitandone la collisione.

La comunità scientifica ed astronomica è fortemente preoccupata in ordine al radiodisturbo che la costellazione di satelliti provocherà, rendendo impossibile la consueta attività di ascolto e tracciatura da parte dei radioastronomi terrestri. Anche questo sarà un grande problema da far risolvere all’onnipresente Musk.

il Low code (o No code) sempre più in aiuto delle imprese.

Si moltiplicano le offerte per offrire servizi alle aziende che necessitano di sistemi informatici evoluti, duttili ed adeguati alle attuali esigenze. Di cosa si tratta?

Per sviluppare applicazioni in ambito tradizionale, occorrono programmatori, analisi dei contenuti e molto lavoro. Il tempo necessario diventa enorme rischiando di dover modificare il prodotto una volta arrivato in produzione perché divenuto obsoleto nel frattempo. Inoltre le eventuali e necessarie modifiche per poter rimanere aggiornato e all’avanguardia necessiterà di interventi da parte dei programmatori i quali, dovendo impiegare molto tempo, impongono dei costi elevati.

Oggi in aiuto delle imprese sono arrivate delle piattaforme dove è possibile sviluppare in autonomia ogni e qualsiasi progetto informatico, realizzandolo quindi “in casa”.

Il pubblico già conosce molte delle piattaforme con le quali è possibile sviluppare siti più o meno con la medesima logica, qui ovviamente si parla di sviluppo di applicativi, quindi con una complicazione maggiore data dalla molteplicità delle funzioni richieste, alcune basilari e vitali per l’impresa.

Come funziona

In pratica l’utente, che non dovrà avere particolari conoscenze di programmazione ma un flusso chiaro di quello che dovrà svolgere il software, potrà procedere con lo sviluppo dell’applicazione con un sistema “drag & drop” molto elementare pur rimanendo il risultato molto sofisticato.

Con queste piattaforme si potranno realizzare virtualmente ogni tipo di applicazione, potendo contare su database comuni e su accessi al mondo esterno quali commercio elettronico, IoT, web, telefonia, voip ecc.

Non è un caso che aziende medio grandi abbiano già scelto questo tipo di strada, abbandonando le tradizionali software-house che si, possono realizzare grandi progetti, ma a costi e tempi che oggi sono inconciliabili con le esigenze mutate.

Dover infatti attendere mesi per avere un applicativo, magari fondamentale per lo sviluppo e la partenza della propria startup, può decidere le sorti dell’impresa. Scegliere una piattaforma economica, duttile e modificabile in qualsiasi momento può assumere un significato fondamentale decretando il successo, o meno, della propria impresa.

Chi offre questo servizio

Nel nostro paese cominciano ad esprimersi realtà che offrono questo tipo di servizi: a livello mondiale il mercato del Low-Code oramai ha raggiunto cifre importanti, la società di ricerca Forrester ha stimato che il mercato totale delle piattaforme di sviluppo low code arriverà a 15,5 miliardi di dollari entro il 2020. Si parla ovviamente a livello mondiale ma sono numeri enormi che lasciano comprendere quale sia il mercato di riferimento.

Segnalo una giovane Azienda Italiana che già ha servito diversi grandi Clienti in Italia. A differenza dei Player rinomati (Appian, Salesforce, Zoho, appMaker. Mendix, OutSystems ecc) avere un interlocutore diretto, Italiano senz’altro potrà rappresentare un plus da non sottovalutare.

Parliamo di Omnia BPM (www.omniabpm.com ) che grazie a scelte tecnologiche originali e centrate, è stata scelta per lo sviluppo di softwares per Clienti di alto livello: http://www.omniabpm.com/it/success-stories/

A prescindere comunque dalla piattaforma scelta, un buon amministratore deve comunque essere attento e disponibile ad accogliere le opportunità che le moderne tecnologie possono offrire, per rimanere al passo dei tempi e non farsi trovare impreparato, o peggio, indietro rispetto ai propri concorrenti.

Optare per una piattaforma Low-Code per sviluppare i propri applicativi è senza ombra di dubbio una scelta intelligente da valutare ed eventualmente percorrere.

Telelavoro, impara l’arte e mettila da parte.

L’allarme per il nuovo Coronavirus ha portato alla ribalta, tra le altre cose,la possibilità di limitare i contatti interpersonali lavorando da casa. Il nostro Paese non è ancora pronto, come mentalità, per questo passo, ma l’occasione è ghiotta per parlarne e approfondire.

Italia, Paese di viaggiatori e illustre menti, si e’ trovato improvvisamente a dover fronteggiare un nuovo nemico rappresentato da un Virus dalle caratteristiche violente e forse pandemiche. Molti parlano del Telelavoro quale alternativa per limitare i contatti e quindi le infezioni, ma ci è noto che le caratteristiche del nostro Popolo non si prestano facilmente a permettere il lavoro da casa. Perché?

Come accade per i costi assicurativi e in molti altri contesti, l’italiano spesso approfitta di situazioni che permettono un’agevolazione, diciamo così, furba. Il tasso di frodi nel settore assicurativo in Italia è tra i più alti in Europa, così le compagnie assicurative sono costrette ad aumentare i costi per recuperare le perdite.

Il Telelavoro impone un altro tasso di fiducia tra il datore di lavoro e il lavoratore. Si rimane a casa e si dovrebbero svolgere i compiti che nel luogo di lavoro spesso viene imposto dal superiore. Va da se che se non vi è un buon rapporto di fiducia, il datore di lavoro avrà sempre il dubbio che non venga garantito lo stesso impegno rispetto al posto di lavoro in ufficio.

Personalmente ritengo che questo sia oramai un luogo comune, ma ascoltando imprenditori e dirigenti, l’idea che sia quasi un mio pensiero personale spesso viene superato dai fatti: non vi è molta fiducia.

Eppure il lavoro da casa per molti ambiti rappresenterebbe una enorme occasione per ridurre inquinamento, traffico e inutili costi. Certo, non tutti i lavori lo permettono, se è necessaria l’opera manuale del dipendente, ovviamente non si può pensare di lasciarlo a casa.

Ma molti altri compiti sono assolutamente compatibili. Pensiamo a tutti i compiti d’ufficio dove è possibile delegare in altro luogo, ma anche servizi di customer care, di consulenza, di redazione di documenti.

Oggi le tecnologie oramai permettono con estrema semplicità di remotizzare il proprio desktop, il proprio interno telefonico, i documenti necessari per svolgere il lavoro, tramite il Cloud tutto ciò oramai è davvero alla portata di tutti.

E allora, cerchiamo di sfruttare l’occasione per il nostro Paese, diamo fiducia ai colleghi e dipendenti e proviamo, vista la situazione, a lasciare a casa quei lavoratori per i quali è possibile delegare i loro compiti e proviamo a verificarne la resa e l’affidabilità.

Gli strumenti esistono, i costi sono limitati se non quasi del tutto assenti. Non abbiamo più scuse.

Disponibile il token fisico di Google, Titan.

Che il problema della sicurezza sia sentito e preoccupante, ci è noto. O almeno è conosciuto da chi la Rete la usa per lavoro, seriamente. Ma per molti, usare password facili da identificare, o condividere i propri dati, rappresenta la normalità.

Eppure di notizie se ne sentono di ogni tipo, ma ancora evidentemente non è stato sufficiente per creare la corretta sensibilità verso la garanzia e la protezione dei nostri Account.

Ci viene in aiuto, come spesso accade, da Google con un dispositivo avanzato che permetterà l’accesso ai propri account solo se in possesso di questa chiavetta USB.

Certo,essere dipendenti da un “oggetto” per poter accedere ai servizi online può apparire come un passo indietro. Ma è lo scotto da pagare per avere la quasi assoluta certezza di non vedere i propri account, specie se di manager o responsabili di rete o di sistemi, in mano a malintenzionati.

Google ci spiega il loro funzionamento:
“I token di sicurezza Titan sono dispositivi di autenticazione a due fattori (2FA) resistenti al phishing che aiutano a proteggere utenti di alto livello, come ad esempio gli amministratori IT e i dirigenti. I token di sicurezza Titan sono compatibili con i dispositivi e browser più conosciuti e con un ecosistema in continua espansione di applicazioni che supportano gli standard FIDO. Integrano un chip hardware che include un firmware sviluppato da Google per la verifica dell’integrità del token. I token di sicurezza Titan sono disponibili sul Google Store in Canada, Francia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti (al momento la chiave USB-C è disponibile solo negli Stati Uniti). In taluni casi è possibile anche usufruire di ordini e prezzi all’ingrosso.
I token di sicurezza Titan integrano un chip hardware che include un firmware sviluppato da Google per la verifica dell’integrità del token. In questo modo potrai avere la certezza che i token non siano stati fisicamente manomessi.

Ecosistema aperto

I token di sicurezza Titan sono compatibili con i dispositivi e i browser più conosciuti e con un ecosistema in continua espansione di servizi che supportano gli standard FIDO. Un token di sicurezza può essere utilizzato per eseguire l’accesso in diversi servizi professionali e/o personali.

Tecnologia incorporata nei più recenti telefoni Pixel

La tecnologia basata sul token di sicurezza Titan adesso è incorporata sui telefoni Pixel 4, Pixel 3 e Pixel 3a, che ora dispongono di un chip di sicurezza Titan M antimanomissione. In questo modo puoi utilizzare comodamente il telefono per proteggere gli Account Google di lavoro e personali.

Per approfondire: https://cloud.google.com/titan-security-key?hl=it

Nessuno può dirsi esente dai problemi informatici. Proprio nessuno.

Oggi 11 Dicembre 2019, alcuni servizi di Google riportano questo.

Se la vostra attività ha bisogno di risorse informatiche, saprete già che le problematiche sono sempre dietro l’angolo. Nessuno può dirsi esente dai più comuni problemi, nemmeno Google!

Già, il terrore di ogni addetto informatico in azienda, sono quei problemi la cui risoluzione non è scontata perché l’analisi da svolgere è articolata e complessa.

Per esempio, oggi 11 Dicembre 2019, molti dei servizi di Google fanno i capricci riportando l’errore 500, il famoso errore che indica un problema di configurazione o risorse, senza offrire alcuna indicazione diretta sulla reale problematica.

Certo, i tecnici possono controllare lato server i propri LOG per cercare di diagnosticare l’origine del problema, ma vi assicuro che le gocce di sudore cominciano subito a scendere dalla fronte degli addetti.

E poi, quel “That’s all we know” (è tutto quello che sappiamo) lascia perplessi, soprattutto quando si riferisce ad un colosso quale è Google.

Quindi, quando vi accadono problemini del genere, non prendetevela troppo: se capitano anche a Google, è ammesso anche per voi. E non è a causa del detto “mal comune, mezzo gaudio”, sono cose che accadono…

Paypal, cambiamenti con pesanti ripercussioni sui venditori

Paypal annuncia una rivoluzione nel metodo di pagamento ai venditori. Cosa cambierà?

Leggi tutto “Paypal, cambiamenti con pesanti ripercussioni sui venditori”

Scivolone di register.it?

Beh certo, se uno dei principali hoster di siti e domini italiano cade in un errore del genere… è come se il panettiere mettesse in vetrina pagnotte bruciate 🙂

Accedendo al pannello amministrativo oggi si ottiene un bell’avviso:

Che dire… non è certo una buona dimostrazione di professionalità. Speriamo in una pronta risoluzione e…di una tirata d’orecchie al sysadmin 🙂

Umberto Rapetto, lo 007 informatico della GdF, lascia dopo rimozione incarico

E’ davvero difficile pensare bene del nostro Paese.

Di certo non è facile stilare un elenco di persone oneste, in gamba ed affidabili, e quando si leggono notizie come queste, lo sgomento prende ancora più spazio nei pensieri.

Rapetto è davvero una persona esperta nel settore del controllo informatico.

Capace, attento, preciso. Ci saranno state, spero, motivazioni serissime dietro la scelta della sua rimozione che ha poi condotto Rapetto alle dimissioni dalla Gdf. Ma questo non aiuta nella comprensione di quanto accaduto.

Mi sento seriamente di inviargli i migliori auguri, sperando di poter trovare una collocazione professionale consona alla sua esperienza e capacità.

Approfondimenti da Repubblica.it: http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/05/29/news/dimissioni_rapetto-36156556/?ref=HREC2-7

 

 

Avete un’adsl Fastweb o Alice con access point WIFI? Attenzione! Ora c’e’ Wuppy!

Eh si, perchè è appena uscito un programma per Iphone che permette di risalire alla password degli access point Alice (con Router Pirelli) e Fastweb (tutti).  In pratica chiunque potrà accedere alla vostra LAN accedendo ad internet con la vostra linea ma sopratutto accedere ai PC connessi in LAN!

Leggi tutto “Avete un’adsl Fastweb o Alice con access point WIFI? Attenzione! Ora c’e’ Wuppy!”

Radio anch’io: il Futuro, grazie ad Internet.

Oggi alle ore 9:00 su Rai Radio uno è stato trasmesso un interessante programma di Radio anch’io dove si sono discusse tematiche legate alle nuove Tecnologie e all’uso della Rete per lo sviluppo della nostra società.

Leggi tutto “Radio anch’io: il Futuro, grazie ad Internet.”

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