Il nuovo CoronaVirus impatterà sull’utilizzo e lo sviluppo delle nuove tecnologie?
Di certo il Mondo non passerà indenne dall’ondata di terrore che questo nuovo Virus sta instillando. Ne soffrono (e molto) già l’industria dei viaggi e vacanze ma non ci fermeremo qui, …
Di certo il Mondo non passerà indenne dall’ondata di terrore che questo nuovo Virus sta instillando. Ne soffrono (e molto) già l’industria dei viaggi e vacanze ma non ci fermeremo qui, purtroppo.
Oltre alle inevitabili perdite umane che questo virus sta provocando, stiamo assistendo ad un progressivo allargamento delle problematiche indirette: le fabbriche in Cina sono quasi ferme con ritardi negli approvvigionamenti dei componenti da parte dei produttori di apparecchiature di vario tipo.
La diffusione poi di notizie poco rassicuranti e con molta probabilità esagerate quali il rischio di contrarre l’infezione dai prodotti di provenienza cinese (poco importa se già sul territorio europeo da mesi, il terrore non fa sconti) introduce ancora altri elementi a sfavore del commercio e utilizzo di prodotti asiatici.
Tutto ciò potrà portare discapito all’innovazione della quale le nostre aziende hanno davvero molto bisogno? La risposta è scontata, se si insisterà nel terrore verso i prodotti di elettronica ed informatica che oramai al 99% provengono dalla Cina, non si potrà che assistere ad una ancor maggiore diffidenza nei confronti di chi cerca di innovare e portare nuovi modelli di sviluppo in azienda, spesso accompagnandolo con l’introduzione di elementi tecnologici necessari.
Porto un solo esempio su tutti, un’azienda che avrebbe dovuto installare una ventina di interruttori intelligenti per automatizzare alcune funzioni operative in azienda. Questi prodotti ovviamente provengono dalla Cina, ebbene quest’azienda ha deciso di interrompere questa installazione solo per paura che gli oggetti portati presso di loro li potessero infettare. Spiegare che questi prodotti sono in Italia da mesi, non è servito a nulla.
Quindi, si la risposta al quesito iniziale è affermativo. Ma forse solo perché non siamo sufficientemente evoluti per accettare nuova innovazione.